
L’insostenibile leggerezza delle persone
Viviamo una crisi della democrazia in Europa, ma straordinariamente pochi sembrano accorgersene.
In questi giorni, osservando i fatti di cronaca e geopolitica, è evidente quanto l’atavica paura della morte condizioni ancora il nostro modo di pensare.
Il termine apocalisse, spesso associato alla distruzione, ha in realtà un significato molto diverso: “grande rivelazione”, ovvero un cambiamento radicale.
Tuttavia, la maggior parte delle persone continua a temere ciò che non comprende.
Se solo si usasse un po’ più di buon senso e capacità critica, si noterebbe facilmente che il mondo occidentale, quello che abbiamo sempre creduto solido, è in realtà una rappresentazione. Una recita ben confezionata e resa credibile dalla cattiva informazione dei media mainstream.
La crisi della democrazia in Europa
I recenti eventi in Moldavia, Romania, Georgia, Germania e Francia sono segnali evidenti. Questa crisi della democrazia in Europa si manifesta in ogni scelta imposta dall’alto.
Ci raccontano che la democrazia occidentale, tanto decantata, ha ormai assunto i tratti di una democratura: una dittatura travestita da democrazia.
Infatti, in questa nuova forma di controllo, siamo liberi di pensare solo ciò che il sistema ci autorizza a pensare. Comprendere la crisi della democrazia in Europa è oggi un atto di resistenza culturale.
Siamo convinti che il voto sia un’espressione di libertà. Ma quando le elezioni non prendono la piega gradita ai vertici europei, come nei casi di Romania e Georgia, improvvisamente si delegittimano i risultati e si impone un’altra direzione.
In questo scenario, la crisi della democrazia in Europa è sotto gli occhi di tutti.
Atene: l’inizio e la fine
Personalmente, credo che la democrazia sia morta ad Atene nel 2015.
Il 5 luglio di quell’anno, più del 61% dei cittadini greci votò “NO” al referendum contro le misure di austerità imposte dalla troika europea (FMI, BCE, Commissione Europea).
Eppure, nonostante questo chiaro messaggio popolare, Alexis Tsipras — premier di sinistra, teoricamente schierato dalla parte del popolo — accettò comunque l’intervento della troika.
Pertanto, possiamo dire che la democrazia è nata ad Atene… e ad Atene è morta.
Un’occasione che rischiamo di perdere
Oggi, la crisi della democrazia in Europa è evidente.
Siamo in un momento storico straordinario, in cui potremmo fermarci e ripensare tutto: costruire un nuovo sistema, più equo, più umano.
Una democrazia che non sia solo una parola, ma un’esperienza reale, che difenda gli interessi di tutti, non di pochi.
Eppure, complice una pandemia silenziosa e profonda — quella dell’analfabetismo funzionale —, le persone vedono ma non osservano, sentono ma non ascoltano.
Così rischiamo di sprecare anche questo momento di apocalisse, nel suo senso più positivo e trasformativo.
Perché, in fondo, ciò che ci frega non è la cattiveria del mondo.
È l’insostenibile leggerezza delle persone.
Di seguito alcune fonti per approfondire i temi trattati in questo articolo:
Fonte | Link |
---|---|
Wikipedia – Referendum consultivo in Grecia del 2015 | Vai alla fonte |
Il Post – I risultati del referendum greco | Vai alla fonte |
The Guardian – Grecia chiama il referendum sui termini del salvataggio | Vai alla fonte |
Time – L’accordo finale tra Grecia ed Eurozona | Vai alla fonte |
👤 Emanuele Palmieri è scrittore, videomaker e musicista.
Osserva la realtà con uno sguardo libero e indaga i grandi temi dell’anima, della società e della verità nascosta.
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